Perché i Metodi Naturali non sono mezzi contraccettivi


Una delle obiezioni più frequenti ai metodi naturali che mi è capitato di ascoltare, anche in ambito cattolico è: ‘ma che differenza c’è con la contraccezione classica? In fondo se l’obiettivo è evitare una gravidanza, sono la stessa cosa! Tanto vale scegliere la via più semplice!’

Devo ammettere che da studentessa di ostetricia, mi ponevo anche io la stessa domanda.

Infatti l’università mi aveva lasciato con una preparazione assolutamente insufficiente sull’argomento, e questa incompetenza in materia, sia dal punto di vista scientifico che etico, non mi permetteva di scorgere la netta differenza che esiste tra la contraccezione e la regolazione naturale della fertilità.

Fortunatamente ho avuto modo di ampliare le mie conoscenze presso il Centro Studi e Ricerche per la Regolazione Naturale della Fertilità all’interno dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

I Metodi Naturali vengono spesso impropriamente classificati come 'mezzi contraccettivi naturali', ma questa denominazione risulta essere inappropriata per una molteplicità di fattori. Anzitutto, alla voce 'metodo', il dizionario della lingua italiano riporta: ‘un insieme organico di regole e di principi in base al quale si svolge un’attività teorica o pratica'; e anche: 'modo di procedere razionale per raggiungere determinati risultati' (Zanichelli).


Il termine 'metodo' e non 'mezzo' è esplicativo del fatto che i metodi naturali in primis consistono in una conoscenza del ciclo femminile, delle sue fasi fertili e non fertili, grazie a ‘markers di fertilità’ del corpo femminile.


Una conoscenza essenziale: anzitutto favorisce nella donna un atteggiamento positivo e di stima nei confronti del proprio corpo e della propria fertilità, che al contrario nella mentalità contraccettiva è considerata al pari di una fastidiosa patologia, o tutt’al più data per scontata.

Conoscere il proprio corpo e la propria sessualità è il primo passo per comprendere chi siamo e quanto siamo preziosi e unici. Non c’è modo di scoprirlo se non passando dal corpo.

In secondo luogo, questa conoscenza permette alla coppia periodicamente di confrontarsi e interrogarsi responsabilmente se ricercare o rimandare/evitare una gravidanza.

Ad ogni ciclo infatti, si ripresenta la fertilità e con essa una nuova domanda: ‘siamo pronti ora ad accogliere questo bambino?'. È per amore di quel bambino che i due sono chiamati a rispondere. ‘Per amore posso responsabilmente aspettare, per amore posso aprirmi all’accoglienza del dono’. Questa ciclicità è una preziosa opportunità: mette la coppia nelle condizioni di un confronto periodico e dinamico, perché di volta in volta ha la possibilità di rivalutare la propria situazione e le proprie scelte, far spazio a nuovi desideri e a nuove domande, dare nuove risposte.


In questo modo, i Metodi Naturali hanno una doppia valenza: la coppia che ricerca la gravidanza, può concentrare i rapporti nel periodo di massima fertilità, avendolo riconosciuto; nella coppia che fa uso dei metodi naturali per evitare o rimandare una gravidanza, è previsto un periodo di astinenza dai nei giorni fertili.


Nella società odierna la parola 'astinenza' ha assunto una valenza di 'antimodernità', derivante dall'influsso di una 'bigotta religiosità’ , opprimente e oscurantista, e quindi improponibile e irrealizzabile: in realtà l'astinenza periodica è una componente del rapporto che naturalmente si presenta in alcuni momenti della sua vita.


La pedagogia dei Metodi Naturali incoraggia a vivere questo tempo non come un 'silenzio', ma come uno strumento per stimolare nuove espressioni d'amore, quali reciproci gesti di tenerezza e di affetto, momenti speciali insieme.


Dunque, con i metodi naturali, la regolazione della fertilità nella coppia è affidata ad entrambi e non riduttivamente delegata a un mezzo contraccettivo.


I mezzi contraccettivi non sono uno strumento di conoscenza e gestione responsabile della fertilità, ma sono riduttivamente un 'mezzo', ormonale o meccanico, che mira esclusivamente a evitare il concepimento. Basti pensare alla famosa ‘pillola’: se i metodi naturali permettono la conoscenza del ciclo, i mezzi contraccettivi ormonali mettono in ‘off’ la ciclicità femminile, senza contare i possibili effetti collaterali che, in quanto farmaco, può dare.


Nelle coppie che decidono di intraprendere la via della regolazione naturale della fertilità, è proprio la strada a fare la differenza.


Ci può essere una coppia che utilizzando la regolazione naturale della fertilità, ha come fine quello di rimandare/evitare una gravidanza, per motivi che ritiene opportuni: questo fine può essere il medesimo di una coppia che utilizza la contraccezione. A fare la differenza però, è la via per la quale la coppia decide di passare.


Tutte le strade possono portare a Roma, ma non tutte le strade sono uguali.


Il ‘come’ è importante.


Quella dei Metodi Naturali è un percorso di coppia, in cui i due sono chiamati a conoscersi sempre di più, a cooperare insieme, attraverso un dialogo costruttivo, periodico e ‘rigenerante’ in primis dei due.


Passando per questa strada, ci si educa alla dolcezza, al rispetto, all’attesa dell’altro.


Inoltre, non si provoca alcun disturbo o alterazione del rapporto sessuale e della fisiologia femminile, anzi, spesso attraverso i metodi naturali è possibile rilevare tempestivamente anomalie all’interno del ciclo femminile per essere successivamente indagate.


Una coppia che intraprende questa avventura, è una coppia che sceglie di lavorare per accrescere il proprio amore giorno dopo giorno.


Chiara Crescenzi, insegnante Billings e Ostetrica