Rapporti anali: violenza sulla donna

Astratto dell'articolo originale



Vogue ora scavalca tutti e Vogue teen, scrive un articolo dedicato ad adolescenti, dove spiega che alle giovanissime ragazzine che se un uomo desidera infilare il suo pene nella loro cavità anorettale, va tutto bene, è una richiesta assolutamente lecita, deliziosa, aggraziata. L’articolo ha una strepitosa immagine che ripropongo, anatomicamente impeccabile, ma per il resto è ridicolamente carente, quindi vorrei completare le sue affermazioni



Leggiamo il testo: spiegano che ci vuole il gel. La necessità del gel si può intuire dall’immagine: la sproporzione tra il pene e il piccolo orifizio anale è mostruosa. Come spiegammo noi alle prostitute dell’ospedale di Moncalieri che ci dicevano che avevano un male dannato, ci vuole un gel, meglio se anestetico: non sapevamo nulla di sesso anale, ma facevamo le rettoscopie. Meglio ancora aggiungere al gel anestetico (luan) un miorilassante e un analgesico ( muscoril e toradol), se la penetrazione deve essere subita più di una volta in poco tempo. Senza questi accorgimenti la lacerazione inevitabile dei due sfinteri potrebbe essere tale da generare un’incontinenza anale parziale che, se episodica, resta temporanea, il cosiddetto ano umido. Un uomo veramente romantico quindi quando chiede se può mettere suo pene nella parte terminale del tuo tubo digerente dovrebbe presentarsi fornito di tubetto di luan e magari anche compressine di toradol e muscoril. Senza gel il dolore può essere insopportabile, ed è insopportabile perché grave è il danno, dato che il dolore è il sintomo di un danno, per cui il cervello normale rifugge il dolore. Il dolore della sodomizzazione è non solo un dolore molto forte, ma un dolore che si accompagna a violazione dell’io corporeo e all’impossibilità di sedersi per due giorni. Chi lo subisce, va incontro a una destabilizzazione del senso del se, per usare un italiano di plastica ha un danno grave all’autostima. Subire un rapporto anale è un trauma. Perché molte donne lo fanno, quindi? Il cervello umano tende a sopravvivere al trauma. Dove il trauma sia ripetuto si ha, soprattutto in personalità predisposte, un’inversione del senso del piacere e del dolore. Questo è il trucco Ci sono appassionati del dolore, appassionate bottom, donne cioè che si espongono gratuitamente alla penetrazione anale, esattamente come esistono persone che adorano farsi tagli orizzontali sul braccio altre che adorano vomitare e altre che adorano la chirurgia estetica, dolorosissima, il dolore del tatuaggio, il dolore del pearcing, il dolore della ustione che ci causa da soli con la sigaretta ( for boys) o direttamente con il ferro rovente ( for men), ci sono persone che adorano farsi amputare organi sani per sostituirli con una strafiga protesi al tantalio ( disturbo dell’identità di integrità corporea), e soprattutto ci sono 50 sfumature di sado maso. Il maso è sempre più pubblicizzato, dai giornali femminili, dai video musicali ( Lady Gaga, You and I), sembra essere la vera vocazione della vera donna libera 2.0 quella di farsi torturare. Il dolore spinge la produzione di endorfine. La produzione di endorfine crolla in tutti gli altri campi salvo che nel dolore e questo provoca la dipendenza dal dolore, quella che Freud chiama coazione a ripetere.