Figli a pezzi (genetici e psicologici). I figli dei "donatori" cosa pensano realmente?

Spesso siamo condotti a pensare, da una narrazione un piuttosto superficiale e stucchevole, che la donazione di gameti sia cosa bella, facile, un atto altruistico di amore nei confronti di persone che non possono avere figli.

Forse è meglio fare un po' di chiarezza o, con un termine un po' inflazionato ma piuttosto in voga, un bel fact-checking per capire come stanno le cose nella realtà dei fatti.

La donazione di gameti può essere fatta da gameti femminili (ovociti) e maschili (sperma). In alcuni casi per permettere ai cosiddetti "genitori d'intenzione" di poter avere un bambino tutto loro si ricorre anche alla cosiddetta "gestazione per altri" nei fatti un contratto con cui una donna si obbliga, dietro compenso, a fornire il suo utero per poter mettere al mondo un bambino che verrà destinato ad essere cresciuto dai "genitori d'intenzione" che possono avere legami biologici con il bambino oppure, in alcuni casi, non averne affatto.

Il Center for Bioethics and Culture Network (CBC) http://www.cbc-network.org/ è un’organizzazione no-profit che si occupa di temi etici (soprattutto quelli che coinvolgono i bambini) attraverso documentari, saggi, conferenze, interviste, ecc.

In questi anni ha prodotto cinque documentari, http://www.cbc-network.org/film  tre dei quali riguardano la riproduzione assistita attraverso terze parti. Si tratta di Anonymous Father's Day (2011) (Trad. La Giornata del Padre Anonimo) dedicato alla riproduzione attraverso sperma di donatore anonimo; Eggsplotation (2013), dedicato alla vendita di ovuli; Breeders: A Subclass of Woman?(2014) (Trad. Fattrici: una sottoclasse di Donne?) dedicato alle madri surrogate. 

I film possono essere affitati (e quindi essere visibili in streaming per un giorno sul proprio computer) o comprati, sia sotto forma di DVD o sia sotto forma di streaming che potrà essere visibile sul proprio computer in qualsiasi momento. Dei tre solo Eggsplotation è disponibile in italiano. Gli altri due sono in inglese e senza sottotitoli.


Sarebbe utile proporre la visione di questi dettagliati documentari, ricchi di testimonianze di persone direttamente coinvolte, come madri, padri, figli, donatrici di ovuli e portatrici della gestazione per altri a chiunque pensi di rivolgersi a tecniche di manipolazione dei gameti... dona infatti la visione della realtà cruda dei fatti, ben lontana dai scintillii proposti dalle riviste patinate e dalle pubblicità delle cliniche di fecondazione.

Un aspetto particolare colpisce l'attenzione: spesso, chi si rivolge a questo tipo di tecniche, lo fa pensando che il ricorso all'adozione, in caso di infertilità conclamata della coppia, sia una strada, lunga, tortuosa e piena di incognite in particolare quelle relative alla crescita di un figlio non biologicamente tuo. Inoltre si pensa che il rapporto con un neonato, invece che con un bambino con un suo passato -seppur breve- alle spalle, sia più facile per la coppia di genitori d'intenzione.

Si tratta di pensieri pienamente comprensibili ma che, nei fatti, si scontrano con una realtà ben diversa. I figli della riproduzione assistita, spesso, non sono affatto immuni dall'influenza psicologica della tecnica con cui sono venuti al mondo.

I documentari citati ci offrono uno spaccato crudo e realistico in questo senso, le testimonianze di un disagio profondo che può cominciare da un senso di estraneità sia di uno dei genitori (normalmente quello che non ha fornito i gameti o che non ha portato avanti la gravidanza, ma non è sempre detto) sia da parte del bambino stesso nei confronti della coppia genitoriale, fin dalla più tenera età.

Le testimonianze in questo senso cominciano ad essere numerose e, spesso, sottaciute dai media in quanto rappresentano un pessima pubblicità per la ormai avviata e ricca economia della fecondazione eterologa.

«Fate attenzione a ciò che desiderate. Questo è un modo terribile per portare una nuova vita nel mondo»; «Non avere un padre mi ha segnato profondamente, ho sofferto»; «Siamo contrari a questa pratica, chiediamo giustizia». Sono alcune delle voci dei figli della fecondazione eterologa, che hanno trovato nel web un posto dove sfogare una frustrazione repressa, come quella di chi è «arrabbiato con mia madre, ma nello stesso tempo non la voglio incolpare».

A dare voce a questi ragazzi attraverso il sito Anonymous Us è Alana Stewart, nata a sua volta da sperma acquistato, grazie a quello che lei ora considera l’«atto violento di comprare e vendere un figlio». La storia di Alana è arrivata alla ribalta mediatica proprio grazie al documentario Anonymous Father’s Day in cui la ragazza denunciava «l’assenza biologica di un genitore impossibile da ignorare (…), mi sento privata non solo di mio padre, ma di tutti i suoi parenti».
Oggi, nel sito lanciato da lei, Anonymous Us, si possono leggere le storie drammatiche di molti altri figli dell’eterologa. «Ho sentito mancare qualcosa», racconta uno degli autori, «come se non potessi sentirmi completamente insieme ai ragazzi della mia età (…) erano più forti e maturi di me (…) crescere vedendo i padri giocare con i loro figli mi ha reso triste».

Sono sempre più numerose anche le banche dati che vengono letteralmente costituite dal nulla dai numerosi figli di donatori di sperma e di ovuli che cercano i loro genitori biologici ed eventuali fratelli e sorelle. Molti di loro sostengono di sentirsi defraudati, non solo del rapporto con il genitore biologico ma, anche, della conoscenza dei propri reali dati clinici riconducibili ad una genetica sconosciuta. Qualcuno cerca il padre o la madre da anni senza sosta, postando le proprie generalità e fotografie su siti appositi come Searching for my sperm donor father (alla ricerca di mio padre donatore di sperma), Donor Connections o prendendo parte a progetti come quelli del Donor Sibling Registry (DSR ovvero "Registro dei figli da Donatore" N.d.T.) che ha 63.461 membri e finora ha connesso 16.779 persone in tutto il mondo con i loro genitori e fratellastri.

Quando una coppia si rivolge ad una clinica della fertilità per cominciare un trattamento di fecondazione eterologa non viene, spesso, adeguatamente informata sulle possibili e probabili conseguenza di questa scelta. Come reagirà il figlio così ottenuto quando scoprirà di essere generato tramite una compravendita, con tanto di contratto, per ottenerlo?