GPA: I rischi per i bambini


Viste le numerose domande pervenute, ritorno sul post di dieci giorni orsono per ribadire e chiarire un parere come medico e psicoanalista rispetto alla pratica della così detta maternità surrogata o utero in affitto. In base alle attuali conoscenze in campo psicoanalitico e psichiatrico si tratta di una attività ad altissimo rischio per l’insorgenza di gravi patologie psichiatriche sia per la madre surrogata che per il bambino.
Per fare comprendere anche ai non addetti a queste scienze debbo spiegare sinteticamente come funziona al giorno d’oggi la ricerca in vari campi del sapere. Si parte da osservazioni che danno origine a teorie che vengono confrontate fra studiosi per trarre una prima legittimazione. Successivamente vengono ricercate delle prove che però non sempre saranno facili da trovare, soprattutto non univoche e concordanti ma derivanti da osservazioni che fanno ritenere attendibile l’ipotesi originale. Ad esempio in fisica è chiaro che nessuno chiederà di vedere o toccare un bosone o un neutrino ma ci si accontenterà di prove che, partendo dall’ipotesi della loro esistenza, convalidano, anche statisticamente e tramite esperimenti, queste teorie.
Lo stesso avviene in campo psicologico. E’ chiaro quindi che nessuno ha intervistato un bambino di pochi giorni che ha perso la madre biologica chiedendogli se si senta traumatizzato.
Emerge però con costanza nella letteratura psicoanalitica, M. Klein, H. Kohut. D. Winnicott per citare gli autori più conosciuti e autorevoli, suffragata da deduzioni sui comportamenti dei lattanti (infant observation) e sui loro vissuti da adulti, la consapevolezza di un rilevante trauma infantile nel caso di separazione dalla madre biologica. Il dialogo sensoriale ed emotivo fra madre e feto inizia e si struttura durante la gravidanza per cui quel bambino è figlio di quella madre indipendentemente dalla genetica. Per non parlare delle attuali conoscenze che affermano che l’espressività genetica viene influenzata e modulata dall’ambiente e quindi certamente anche dalla fase di gestazione uterina.
Esperimenti su animali mostrano che le madri e i cuccioli si riconoscono immediatamente dall’odore, dai suoni emessi e presumibilmente da elementi che ancora non conosciamo appieno.
Cambiare la figura di riferimento, che per convenzione si definisce figura materna, non è quindi irrilevante, ma estremamente pericoloso. Questo non significa che tutti i bambini che perdono, per varie ragioni, la madre già nei primi giorni o mesi di vita vadano incontro a patologie psichiatriche gravi ma piuttosto che corrono questo rischio. Non tutti coloro che fumano due pacchetti di sigarette al giorno andranno incontro a carcinoma del polmone, ma certo questa pratica è ad alto rischio per l’insorgenza di quella patologia.
Un problema che viene spesso misconosciuto, con una punta di razzismo verso i poveri e gli emarginati, è relativo alle conseguenze sulla madre. Forse perché si fa pagare per questa pratica sembra ininfluente la sua vita psichica. Anche per lei il rischio collegato alla cessione del bambino è molto elevato per gravi patologie psichiatriche soprattutto di natura depressiva e per il suicidio. Fantasmi ancestrali, che certi miti greci mostrano in tutta la loro forza, si agitano dentro questa povera madre che ha voluto o dovuto cedere ad altri il figlio.
La pratica della maternità surrogata da un punto di vista medico è ad alto rischio per cui si dovrebbe raccomandare, per mitigare le conseguenze, che almeno la madre che affitta l’utero mantenga un legame per anni col bambino tipo una zia, una balia o una convivente. Il bimbo allevato da coppie, sia omo che etero, che lo hanno desiderato ma anche “comperato” avrà problemi psicologici da affrontare nel momento in cui verrà a sapere che i genitori, che ora ama, sono gli aguzzini, anche se a volte non del tutto consapevoli, della madre.
Queste difficoltà emotive legate al vissuto abbandonico, pur rilevanti, si determinano in momenti in cui lo sviluppo emotivo e cognitivo si è già strutturato e quindi sono di gran lunga meno gravi rispetto al traumatico e mortifero distacco precoce dalla madre. Sulle implicazioni etiche o religiose della pratica della maternità surrogata non entro in quanto esulano da questo post e sono state ampiamente dibattute da altri.

di Luciano Casolari
Dal Fatto Quotidiano