Come lo stile di attaccamento influenza il comportamento sessuale

 

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completa di dati recenti e approfondimenti, pubblicata in "Psicoterapie e Scienze umane"

Di Tonino Cantelmi - Emiliano Lambiase


Lo scopo di questo lavoro è di presentare recenti dati di ricerca sul rapporto tra stile di attaccamento e comportamento sessuale, partendo dal presupposto – da sempre sostenuto dal pensiero psicoanalitico e ora condiviso da vari autori e ricerche sperimentali (vedi ad esempio Shane, Shane & Gales, 1999; Liotti, 1999; Fraley & Shaver, 2000; Crittenden, 2002; Davis, Shaver & Vernon, 2004; Eagle, 2005; Davis et al., 2006) – che il comportamento sessuale possa essere messo in atto allo scopo di regolare stati emotivi e soddisfare bisogni no

n primariamente sessuali che la persona non riesce a gestire diversamente.
La capacità di regolare le emozioni e di soddisfare i bisogni di base si sviluppa nella prima infanzia nel corso delle dinamiche di attaccamento.


Ad ogni stile di attaccamento corrispondono differenti profili emotivi e cognitivi, diversi modi di vedere se stessi e gli altri, modalità peculiari di vivere le relazioni interpersonali. Tenendo conto di queste caratteristiche, è possibile indagare come il comportamento sessuale possa essere messo in atto con modi e finalità differenti a seconda dello stile di attaccamento.
L’utilizzo difensivo del comportamento sessuale e la sua relazione con la gestione dell’affettività sono stati indagati in ambito psicoanalitico fin dalle origini, in particolare per quanto concerne gli studi sulla perversione (vedi ad esempio Freud, 1905; Fenichel, 1945; Khan, 1962, 1979; Stolorow, 1975, 1979; McDougall, 1986), e la sessualizzazione o la erotizzazione difensiva (vedi ad esempio Kohut, 1971, 1977, 1984; Coen, 1981).

L’impresa psicoanalitica, peraltro, è sempre stata quella di “interpretare” altre motivazioni dietro a quelle apparenti dei comportamenti e delle giustificazioni coscienti. In tempi più recenti, parlando di comportamenti sessuali compulsivi, sono stati pubblicati contributi anche in ambito cognitivo-comportamentale, che riguardano l’uso del comportamento sessuale al fine di gestire dinamiche emotive e cognitive a livello personale ed interpersonale.



Tra i primi ricordiamo quelli di Carnes (1983), Schwartz & Brasted (1985) e Coleman (1986, 1987), in seguito ai quali ne sono stati pubblicati molti altri (vedi le rassegne di Goodman, 1998, e di Lambiase, 2001a).

Nonostante l’ampia attenzione rivolta in ambito psicoanalitico e psicodinamico al rapporto tra sessualità e sviluppo affettivo, Lichtenberg (1989) sottolinea come spesso tali contributi non siano stati supportati da studi sperimentali e osservazioni sistematiche. La ricerca sull’attaccamento ha permesso di iniziare a colmare questa lacuna attraverso un insieme di ricerche sul bambino, sul mantenimento dello stile di attaccamento nel corso della vita e sulla sua generalizzazione anche ad altri tipi di relazioni. In tempi recenti sono state elaborate teorie ed effettuate ricerche sul rapporto tra attaccamento e sessualità, ma la letteratura è ancora scarsa (Eagle, 2005).


Tenendo conto di questa carenza, il presente lavoro ha la finalità di una rassegna bibliografica dei contributi che hanno studiato le diverse modalità con le quali il comportamento sessuale può essere vissuto e messo in atto a seconda dei diversi stili di attaccamento adulto. Per fare questo inizieremo descrivendo brevemente la teoria dei sistemi motivazionali innati (dei quali fanno parte sia quello dell’attaccamento sia quello sessuale), per poi soffermarci sugli stili di attaccamento e, infine, sulle inter-relazioni fra attaccamento e sessualità.

INDICE
1. I sistemi motivazionali
2. Il sistema dell’attaccamento
3. Sistema motivazionale dell’attaccamento e sistema motivazionale sessuale
4. Stile di attaccamento e comportamenti sessuali con più partners
5. Riflessioni conclusive
Bibliografia
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Prof. Tonino Cantelmi – Dott. Emiliano Lambiase
Scuola di specializzazione in Psicoterapia Cognitivo Interpersonale


Si ringraziano i tre referees anonimi che hanno permesso di migliorare la versione originale di questo articolo. Psicoterapia e Scienze Umane, 2007, XLI, 2: 205-228