Neonati "stoccati" a Kiev: il dramma di essere figli di un diritto

La storia dei bambini abbandonati sta facendo il giro del mondo: come si legge su vari post presenti su facebook, la situazione è scandalosa per diversi motivi.

1) A proposito di Utero in Affitto, ricordiamo che la Cassazione si è già espressa. Tuttavia l'avvocato Monica Boccardi fornisce diverse spiegazioni.

2) Ci sono italiani coinvolti nella tratta dei bambini stipati nella clinica di Kiev. Ne parla Maria Rachele Ruiu, qui.

3) La giornalista Monica Ricci Sargentini scrive: «Chiamo l'ambasciatore italiano in Ucraina Davide La Cecilia per chiedergli se ha ricevuto la lettera della Rete contro l'utero in affitto sul caso dei 46 neonati stipati nella hall di un hotel a Kiev. Non mi lascia nemmeno parlare. Mi zittisce con un no comment. Io rispondo: scusi ma non sa nemmeno cosa voglio chiederle? Lui: va bene, mi dica. Non appena pronuncio la parola bambini dice nuovamente no comment e attacca. Alla faccia della diplomazia. Una reazione veramente scomposta che fa pensare.»

4) La bioeticista Assuntina Morresi si fa portavoce di una proposta per salvare i bambini di Kiev: «Una proposta concreta per la festa della mamma: Eugenia Roccella e Carlo Giovanardi chiedono al governo italiano di intervenire per dare una mamma e un papà ai bambini di Kiev, nati da utero in affitto e parcheggiati in un hotel ucraino perché i committenti non possono andarseli a prendere. Perchè non attivare per loro le adozioni internazionali? O forse dobbiamo "rispettare" i contratti stipulati per la surroga, e aiutare i committenti a prelevarli, rendendoci complici dello sfruttamento di donne e bambini?».

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Come Donne Consapevoli denunciamo che, oltre che donne favorevoli allo sfruttamento del corpo di altre donne per acquistare bambini che soddisfino il bisogno di diventare genitori, sussistono diversi operatori sanitari (nello specifico ostetriche, ma supponiamo anche medici) che, paragonando l'utero in affitto all'adozione (il che è assurdo) si stanno muovendo per far sì che l'orrenda pratica sia accettata ideologicamente. Infatti, per la ricorrenza della "Festa della Mamma", si legge dalla pagina di un'ostetrica (sostenuta da altre colleghe):
Nella seconda riga leggiamo bene "surrogata"
Il retropensiero che si porta avanti per paragonare la pratica della GPA e dell'adozione, sta nel fatto che in entrambi i casi i bambini attendono di essere prelevati da persone che se ne prendano cura e che anche nell'adozione le mamme non sono biologiche, ma "di cuore". Al netto del paragone azzardato, il discorso per avvalorare il concetto sta in alcuni messaggi: il primo riguarda l'autodeterminazione femminile, ovvero la possibilità che ci siano donne che generosamente offrono il loro corpo per aiutare donne sterili o coppie sterili (omoerotiche o eterosessuali), il che fa parte del messaggio - astuto invero - che la donna deve essere libera di fare ciò che vuole col suo corpo (medesimo presupposto di pornografia, prostituzione e aborto); il secondo sta nel fatto che il concetto di "mercificazione" non sia da demonizzare poiché tutte le prestazioni si pagano; il terzo, non per ultimo, sta nel fatto che parlare del diritto dei bambini a non essere acquistati, è solo ideologicamente strumentale e avvalora solo il fatto che le madri adottive (ricordiamoci che sono messi al pari di quelle che ricevono un bambino da surrogazione) non dovrebbero sentirsi madri poiché anche loro pagano per adottare (informazione fuorviante e falsa: i costi riguardano spesso viaggi e alcune procedure per le adozioni internazionali). Una delle opinioni che si reperiscono su facebook, è la seguente: «in entrambi i casi (adozione e acquisto di bambino tramite surrogazione, ndr) il feto si sviluppa nell'utero di una donna diversa (dalla donna che poi se ne prenderà cura, ndr); in entrambi i casi ci può essere quella che viene chiamata mercificazione (si può pagare una donna per portare avanti una gravidanza indipendentemente dalla provenienza dell'ovulo o dello sperma: se una donna si rivolgesse a una banca del seme? L'uomo che ha donato lo sperma non sarebbe lo stesso sfruttato?)»: come si nota vi è anche un punto d'ignoranza molto pesante paragonando la donazione di sperma (atto masturbatorio e innocuo) al prelievo di ovociti (che comporta pericolosissimi effetti sulla salute della donna).
Come Donne Consapevoli non solo condanniamo apertamente la pratica dell'"utero in affitto", ma sottolineiamo con attenzione tre concetti: qualsiasi operatore sanitario, nella siffatta specie delle ostetriche (che tra l'altro sono tutte contro la "violenza ostetrica", nella quale forse non sanno si annovera l'allontanamento della donna dal neonato che ha partorito) che nega il legame che esiste tra un bambino e la madre che lo ha nutrito (fisicamente e psicologicamente) nove mesi, dovrebbe rivedere la propria formazione e i propri studi (soprattutto se si occupa, come dovrebbe, di allattamento materno); qualsiasi persona che supponesse se pur lontanamente che l'adozione (che spessissimo avviene con bambini ben più grandi di un neonato e talvolta di bambini disabili) sia paragonabile all'acquisto di ovociti di donne che rischiano la vita e all'acquisto del diritto sull'utero di una donna che poi vende il nascituro (diritto anche di abortire il prodotto o di abbandonarlo perché non conforme), manifesta ignoranza, supponenza, perfidia e misoginia; chiunque supponga che un bambino possa soffrire nella surrogazione parimenti a un bambino adottato, oppure neghi il fatto che scoprire di essere frutto di uno scambio economico, non sia dannoso, è complice di un'ideologia che rende il bambino un diritto acquisibile ed acquistabile e, per tale motivo, giudicabile per lo meno d'ignoranza.


Quello che ci preme sottolineare è che, nonostante il principio al quale ci si può appellare sia quello del non giudicare (in questo caso i genitori che optano per acquistare un bambino tramite 'utero in affitto'), sta invece proprio a noi - che tentiamo di portare avanti i diritti dei bambini e la difesa delle donne - affermare con fermezza che la pratica denominata "UTERO IN AFFITTO" sia un abominio malvagio e deliberatamente inumano che sfrutta il corpo della donna (che sia 'consapevole' o meno, importa poco poiché la legittimazione ideologica di qualsiasi azione umana, può essere resa accettabile) e rende il bambino un mero mezzo di soddisfazione personale. I bambini non sono merce, i bambini sono persone


Infine ricordiamo che: l'adozione nasce per dare a un bimbo sfortunato una famiglia che sostituisca quella che ha perso.

Nella surrogazione il bimbo è ordinato e fabbricato per soddisfare il capriccio degli adulti. 

È una differenza essenziale.